domenica 8 novembre 2009

Tornando a vivere...






Il sole è caldo ed è novembre qui a Washington, a Capitol Hill, uno strano novembre tiepido e gioioso e anche giocoso. Le foglie degli alberi hanno colori di sfumature diverse, anche in queste strade e e si vedono le ultime rose della stagione. Una piazza ricorda Abramo Lincoln, ma di fronte si erge un monumento ad una donna che molto ha fatto per l'integrazione dei non bianchi e degli antichi abitanti originari di queste terre, Mary McLeod Bethune. Di fronte ad Abe Lincoln, una scultura, drammatica nella sua rappresentazione, con tre personaggi, fa un contrasto di colore con quanto è intorno. Un monumento nero, una scultura vibrante, contro il cielo azzurro di un giorno che sembra sereno. E di fatto per me lo è. Mi aggiro lieve tra i banchi del mercato locale, gustando la vita che vi si svolge, attiva, pulsante, rumorosa. Non amo molto i rumori, cercando sempre il silenzio, ma bisogna accettare il brusio del mercato come segno di vita. Il mio piccolo Genio mi sembra rassegnato: si è animato di fronte ad un bel cesto di datteri, ma è rimasto delusissimo. Sono datteri di California e anche molto buoni...gliene hanno offerti alcuni che ha accettato con un grande falso sorriso di gratitudine; però poi ne ha mangiato uno, e onestamente ha detto il suo parere al riguardo. Questa volta non più immusonito, ma sorridente, ha deciso di rimanere fuori della Lampada e guardarsi attorno perchè questi vialetti di Capitol Hill sono attraenti. Capisce che vi sono altri mondi, altri modi di vivere, lontani dal suo modo di essere e di amare la natura: quella dura, calda, fatta di polvere e di sabbia, di cammelli e di odori forti, di stracci e di spazzatura nelle strade, con un disordine eloquente, con la voce del muezzin e il traffico caotico: o con il vento del deserto che ti secca la gola e ti entra negli occhi.
Qui è tutto così ordinato, così 'normale', esteriormente così 'borghesemente' bello. Bisogna sempre vivere sull'orlo del precipizio o prendere una via agevole? I ricordi si affollano e vanno a quando il Male ha cercato di buttarti giù, di farti sprofondare in quel burrone profondo che è la negazione di se stessi, la sensazione che tutto o quasi non ha più senso. E allora ti sei aggrappato ad un ramo sporgente e a poco a poco sei tornato su: hai ripreso il cammino ma cerchi di stare lontano dal Male: ormai lo hai riconosciuto e devi fare in modo che non si avvicini a te, perchè hai paura delle tue reazioni. Potresti ferirlo a morte e non vuoi farlo, hai cercato di non farlo per tutto questo tempo. Oggi a Capitol Hill, in mezzo alla vita e con negli occhi la statua di una donna forte che ha lottato contro un mondo difficile, senti che il perdono che gli hai concesso vale la tua vita, la tua pace interiore, ma il Male forse non ha capito che perdonare non significa dimenticare...oggi a Capitol Hill il sole ti sorride e senti le spalle leggere, non ci sono pesi che gravano come un cielo in tempesta. Oggi ti manca il tuo deserto, ma ti rendi conto che quello dell'anima sta riprendendo vita, anche se la stanchezza è ancora profonda. Molto profonda. Ma che importa, se si torna a vivere?
Firuzeh

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