Oggi veramente non posso tacere di fronte a quanto successo in Afghanistan. Si rinnova un dolore profondo, vissuto in prima persona nel 2003. Si crede di aver definito per sempre una cicatrice, come se si fosse potuto passare del silicone sigillante sopra una ferita, invece quella si riapre e continua a sanguinare. Ti chiedi perché e allora inizi a telefonare a tutto coloro che in quel momento ti furono vicini o con i quali hai compartito quelle vicende. E non sai il motivo per il quale lo fai: forse perché solo loro possono capire quello che tu senti in questo momento risentendo ambulanze, vedendo volti di soldati fieri ma attoniti, come lo eri tu in quel momento. E soprattutto non capisci perché: sei uno storico, hai vissuto in mezzo a loro, ne parli la lingua e...non riesci a comprendere molte 'cose' e pensi che non è veramente giusto e leale un tributo come questo...perché non capire dove e come stiamo sbagliando? Tu hai le tue idee, ma non le puoi esporre...tanto ti direbbero che sei tu che sbagli.
E allora mi tengo le mie idee e il mio dolore profondo dentro di me; ma da storico capisco che questo è il karma della politica. Lo è sempre stato e così sarà per quella terra di 'mezzo' che è l'Afghanistan.
Firuzeh
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