lunedì 4 maggio 2009

Non è facile

Non è facile iniziare una nuova avventura in rete. 
Penso ai 'miei deserti', tutti quelli che ho conosciuto e dove sono stata...e dove andrò. Non sempre sono deserti di sabbia; sono anche deserti di sentimenti, di delusioni, di amarezze; cespugli con spine, come quelli che si trovano in Somalia vicino a Mogadiscio, che in un tempo assai lontano, ti riparavano dal sole, mentre qualcuno ti chiedeva se insieme al capretto volevi la spremuta di pompelmo (rosa) o il latte di cammella. Anni luce fa.
Andrò presto in un deserto che non conosco...per elaborare un lutto: un amico perduto. Da non credersi: oltre alla mia macchina fotografica (sperando di fare i miei soliti 'controluce': rubo la luce anche attraverso  i petali dei fiori) avrò un ipod per sentire la mia musica preferita, quella che mi calma. Sono passati anni da quando per la prima volta sono stata in un deserto: ora torno con maggiore maturità e consapevolezza e guarderò di notte il cielo...è qualcosa di eccezionale il cielo nel deserto...ma su questo  vi è tanto da dire. Sono emozioni vere e forti che ti fanno sentire realmente parte dell'universo. Devo ritrovare dentro di me queste sensazioni e farle uscire. E' un magma che ribolle e non vorrei scoppiasse...meglio le colate di lava con la 'sciara' di fuoco. Firuzeh ha gli occhi azzurri e un giorno in Yemen, a Sana'a, un bambino piccolo chiese al padre 'cosa' fossi: non aveva mai visto una donna bionda con occhi azzurri. Vedo ancora il suo faccino tra lo spaurito e l'incuriosito.  Adesso è un uomo e da tempo la televisione lo avrà messo in contatto con il resto del mondo. 
Nel deserto guarderò per ore dune e sentirò la voce rassicurante del silenzio o del vento. Meglio di cento aspirine o di venti gocce di bromazepam...e l'immagine dell'amico scomparso tornerà nella Lampada di Aladino, come il Genio. Cercherò di non sfregare più la Lampada di Aladino.
Firuzeh



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