Una splendida giornata di sole: un concorso ippico a ostacoli fra due team. Uno di quegli incontri di amicizia 'fra i popoli', difficile peraltro soprattutto quando una squadra, quella ospitata vince a man bassa tutte le gare. Quella locale le avrebbe vinte tutte se si fosse trattato di abbattere gli ostacoli e non di superarli: tanto che noi, rozzi sostenitori della nostra squadra, ci chiedevamo ironicamente che forse non era stato spiegato a quella ospitante che in simili tornei bisognava che il cavallo saltasse gli ostacoli e non li abbattesse...e continuavamo sempre con ironia corrosiva divertendoci un poco malignamente alle spalle dei cavalieri locali.
Facevamo un tifo piuttosto rumoroso, tanto che il sovrano regnante, esattamente situato di fronte al gruppetto vociante, aveva chiesto al rappresentante diplomatico, chi fossero quei giovani esuberanti...ricordo che pur avendo diritto alla tribuna d'onore - certamente in ultima fila - avevo optato per l'anonimo posto sulle scalinate...allo scopo appunto di essere libera di esprimere il mio entusiasmo per la mia squadra; entusiasmo notato anche da chi forse non lo doveva notare...mi costò una reprimenda del mio Capo e quindi ad un ricevimento, forte della mia giovane età, dell'occhio azzurro (rarità in quelle lande) e del capello lungo e biondo, presentai delle mezze scuse al Presidente della squadra ospitante; scuse galantemente accettate.
Ci fu la premiazione: i nostri, per savoir faire, riuscirono a far vincere uno o due coppe agli 'altri', rallentando i cavalli; distruggendo a fatica qualche ostacolo e facendosi penalizzare per rifiuto ......del cavallo di superare l'ostacolo, indotto 'ad arte' da un cavaliere professionista.
Alla fine, giro di campo delle squadre per salutare le Autorità e il pubblico. Per farmi perdonare, quando passò la locale, mi alzai in piedi, battendo forte con i piedi sul pavimento di legno della tribuna gridando 'bravi, bravi!!!' , mentendo sapendo di mentire, ma 'noblesse oblige' e lo sguardo, che immaginavo minaccioso, del mio Capo,
Manoucher K., comandante dei paracadutisti, su un bellissimo purosangue e Nader J., Capo di Stato Maggiore dell'Aviazione, su un altrettanto splendido cavallo grigio si fermarono e mi salutarono militarmente sorridendo. Il nostro gruppo si unì a me per salutarli con forti applausi. Ci facemmo perdonare. Io ricevetti il primo di numerosi saluti militari che avrebbero poi caratterizzato una parte della mia vita. Una giornata di sole. Allegria e serenità. Gioventù. Non sapevamo che cosa stava per succedere.
Fu l'ultima volta che vidi ambedue vivi. Manoucher K. si era lasciato prendere nella 'Città delle Rose', eppure avrebbe potuto combattere...Finì giustiziato con Nader J. sul tetto di una piccola casa nei sobborghi di T....senza processo o quantomeno una farsa di processo sommario. Avrei perduto altri amici e conoscenti. Il mio primo vero incontro con Lei, la Signora: ma la vidi solo da molto lontano. E iniziai a capire che nella vita non c'è solo la giustizia.
Manoucher e Nader: vi voglio ricordare così, nel sole, sui vostri cavalli. Avete forse errato, ma ormai è tutto 'livellato', come avrebbe detto il principe Antonio de' Curtis...
Firuzeh
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